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lunedì 28 novembre 2011

Pollo al curry (veloce)

Il pollo è uno di quegli alimenti che a prima vista può sembrare banale, e forse anche un po' triste. Secondo me invece è il classico alimento che con poco può "svoltare". Puoi cucinare il pollo in mille modi diversi. Anche i petti di pollo, che a freddo fanno pensare solo alla triste fettina ai ferri del lunedì, giorno in cui si decide con la solita regolarità di iniziare la dieta (che spesso non arriva al mercoledì, inutile dirlo). Beh, io lo compro spesso, forse anche attratta dalla confezione famiglia (e quindi risparmio), ma ogni volta cerco di farlo in maniera diversa. E allora via alle mille spezie che riesco a comprare (doppioni inclusi) in ogni viaggio all'estero, alle classiche scaloppine al limone o al marsala (lo so che sarebbe più adatto il vitello, ma se fate fettine sottili, credetemi, è un ottimo sostituto e anche il vostro portafoglio alla fine ringrazierà). Ma qui parliamo di curry. I curry mi sono sempre piaciuti. Di ogni tipo: dal verde thai a quello rosso, dal mild allo strong. Quando Tommi era bebè avevo una tata dello Sri Lanka che mi ha insegnato piccoli trucchi e soprattutto mi ha lasciato dell'ottimo curry e le foglie di curry, che non sempre si trovano con facilità, quanto meno non ai soliti supermercati italiani. Tommi è stato praticamente svezzato a suon di pollo al curry e fried rice. E sorridevo quando vedevo che i bimbi delle mie amiche diventavano improvvisamente inappetenti di fronte alle pappette insipide a base di tapioca e carota lessa: volevano a tutti costi assaggiare anche loro il riso con le verdure e pollo di Tommi. Le mamme inorridivano e a prima vista pensavano fossi completamente pazza, ma cambiavano ben presto idea quando vedevano che in un batter d'occhio il problema pappa era stato superato. Tommi è cresciuto, sano e forte e ama ancora il profumo del curry. Così ogni tanto è proprio lui a chiedermelo. E io lo accontento molto volentieri. Quando invece sono sola, il mio curry si trasforma e diventa spicy, very spicy!! E se non ho la sovracosce, che preferisco, sono perfetti anche i petti di pollo, magari tagliati a tocchetti ed accompagnati da del buon fried rice o semplicemente da un po' di riso basmati al vapore. Però non sempre, tornati affamati dall'ufficio, si ha molto tempo a disposizione (il rischio è di essere colti da un raptus di fame compulsiva e svuotare il frigorifero in un nano secondo) e così con il tempo ho affinato questo pollo al curry, super veloce. Ma altrettanto super saporito e tutto sommato buono!





Ingredienti per 4 persone
400gr circa di pollo (cosce e sovracosce, ma anche petti di pollo per ridurre i tempi di cottura e quindi di preparazione)
1 o 2 cipolle
2 carote
abbondante curry in polvere
un paio di foglie di curry
un po' di latte di cocco (o latte)

Versate un po' di olio in una padella e fate rosolare leggermente la cipolla. Deve essere morbida, non particolarmente croccante, quindi tenete la fiamma bassa. Nel frattempo tagliate a pezzetti il pollo o togliete la pelle ed il grasso in eccesso dalle sovracosce. Infarinatele leggermente e fatele rosolare a fiamma alta nell'olio in cui avrete precedentemente aggiunto 1 o 2 cucchiaini di curry in polvere. Aggiungete anche delle carote precedentemente sbollentate, così da ottimizzare i tempi di cottura. Una volta che il pollo sarà ben rosolato da tutti i lati, aggiungete abbondante curry e il latte di cocco. Il latte di cocco lo trovate negli ipermercati o nei supermercati specializzati in prodotti internazionali. Infine aggiungete le foglie di curry e lasciate cuocere finché il pollo non sarà ben cotto (mi raccomando, non esiste mangiare pollo "al sangue") e finché la salsa non avrà raggiunto la consistenza desiderata. Accompagnate con del buon fried rice (il tipico riso con le verdure indiano) o del semplice basmati al vapore. Shami, la tata di Tommi, lo sciacquava sempre e lo cuoceva in acqua fredda (circa un dito sopra al riso).


Giò


ps se proprio non trovate il latte di cocco o se vi siete dimenticati di comprarlo usate pure il latte normale. C'è anche chi aggira l'ostacolo e usa la panna, ma io non amo la panna.

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